Amarsi per Amare

Amarsi per Amare

Ho imparato che c’è una bella differenza fra l’essere accettati ed accettarsi.
Così come c’è una bella differenza fra accettarsi ed amarsi.

Non è assolutamente legato al trasformarsi in una versione perfetta che si adegua a canoni ed aspettative già delineati.

A un certo punto scegli di disimparare.

Dopo aver assaporato il rifiuto e l’abbandono in ogni loro sfumatura, decidi di eliminare dalla mente l’idea che ci siano caratteristiche più accettabili di altre.
E riconosci di essere stato educato e programmato a snaturarti per ottenere attenzioni, approvazione ed amore.

Quante volte ho promesso a babbo natale e ai miei genitori che sarei stato buono e che mi sarei meritato i regali pronti per me.
Dopo una vita di briciole capisci che questo ti ha portato inconsapevolmente a cancellare le spontanee parti di te che hai ritenuto non idonee.
Non adeguate.

Ed è allora che decidi di liberarti delle maschere e delle aspettative per mostrarti per quello che sei realmente.
È la prova più difficile.
Una decisione che porta inevitabilmente a ricontattare parti di te sepolte nel cuore.
Emozioni mai lasciate fluire e mai riconosciute.

La solitudine scelta anziché subita è stata la palestra perfetta.
Non sarebbe stato possibile se avessi continuato a distrarmi da me attraverso relazioni che riempissero i miei vuoti.

Qui ed ora prendo per mano quel bambino fragile in cerca di approvazione.
Qui ed ora accetto la responsabilità e la gioia di essere quel genitore che lo spinge ad andare nel mondo.
Qui ed ora scelgo di accettarmi ed amarmi per come sono e mi permetto di gettare quell’immagine ‘perfettamente accettabile’ di me.

La vita è troppo breve per passare il tempo a cercare di piacere a tutti.
Faccio spazio alla voglia di piacermi accogliendo le imperfezioni che oggi riconosco come unicità.
Mi concedo il permesso di essere sempre più il meglio di me stesso.

Che non è snaturarsi.
Che è amarsi per amare. ❤️

Marco Fincato

 

 

 

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Come silenziare il tuo giudice interiore

Come silenziare il tuo giudice interiore

Quanto spesso ti ritrovi a pensare che COME FAI, SBAGLI?
Quante volte hai chiamato un tuo tentativo ‘fallimento’?

E’ una condizione che abbiamo attraversato praticamente tutti e ognuno di noi, prima o poi, si è trovato a fare i conti con una parte di sé vestita da Giudice.
Un giudice interiore spietato, che condanna ogni tua presunta imperfezione ricordandoti le volte che hai sbagliato.

Ogni volta che ti confronti inconsapevolmente con una idea di perfezione irrealizzabile, chiami in causa quel giudice.
Ogni volta che senza nemmeno accorgertene, ti punisci dimenticando di amarti, chiami in causa quel giudice.
Ogni volta che ti giudichi per aver deluso qualche aspettativa, chiami in causa quel giudice.

Non è l’altro, non è l’esterno a farlo: quello è uno specchio del tuo giudice interiore che ti riporta senza mezzi termini la tua vibrazione.
Prima che dell’altro, il giudizio è il tuo ma non ne sei sempre consapevole.

E quel giudice non si fa nessun problema a condannarti e a dirti che hai sbagliato, che SEI SBAGLIATO.
Il suo nutrimento preferito è il SENSO DI COLPA.

Il senso di colpa ti rende vulnerabile, manipolabile, ti auto-sabota dall’interno e ti tiene ben piantato a terra per non correre il rischio di volare troppo in alto!

Ma il giudice non sa che SEI PERFETTAMENTE IN GRADO di fargli mancare il suo piatto preferito.
Non sa che il senso di colpa dipende esclusivamente da quanto accetti la verità che ogni Anima fa del suo meglio nel momento in cui si trova.

Comprendi che se non è andata come ci si aspettava è perché in quel momento hai agito in buona fede.
Comprendi che se potevi far altro, lo avresti fatto.
Comprendi che non è questione di essere giusti o sbagliati, ma è questione di accettare la tua unicità.

E’ allora che diventi pronto all’antidoto più potente che esista: IL PERDONO.

Non ha a che vedere con l’altro.
Non è qualcun altro che ti deve assolvere.
L’unica persona da perdonare, SEI TU. E l’unica persona che può farlo davvero, SEI TU, con o senza l’approvazione di qualcuno.

Non è un’assoluzione ma AMORE.
Non c’è punizione per essere te stesso ma AMORE.
E questo ti rende libero.
Ha a che fare con te, non con gli altri.

Sei amore ma troppo spesso lo dimentichi.
Non sei solo.

Marco Fincato

 

 

 

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La ferita è un messaggio, non una condanna.

La ferita è un messaggio, non una condanna.

Tutti abbiamo qualche ferita. Ferite fisiche, emotive, spirituali.
Ferite che ci fanno soffrire, che ci rendono vulnerabili, che ci fanno sentire soli.

Per troppo tempo abbiamo pensato che le ferite fossero la causa della nostra sofferenza.
Che fossero qualcosa di esterno a noi, la conseguenza di qualcosa che ci fosse stato fatto.

Ma la verità è che le ferite sono il risultato.
Sono il risultato di qualcosa che è successo dentro di noi, di qualcosa che abbiamo vissuto, di qualcosa che abbiamo fatto o che non abbiamo fatto.

Quando ci feriamo, creiamo più o meno consapevolmente un muro di difesa per proteggerci dal dolore.
Un muro che anziché proteggerci, ci separa dagli altri, che CI IMPEDISCE DI AMARE E DI ESSERE AMATI.

Ma questo muro non è la soluzione. Non ci rende più forti, ma ci rende più deboli.

La vera soluzione è guarire le nostre ferite. Guarire il dolore che c’è dentro di noi.

Questo non è facile. Richiede coraggio, determinazione e lavoro su noi stessi.
Ma ne vale la pena.

Esistono molti modi per farlo ed è giusto che ognuno scelga quello con cui si sente più in sintonia.

Personalmente sto utilizzando con successo VirtualMind®, sia nelle sessioni individuali (https://marcofincato.com/sessioni-individuali/), sia negli audio Renew (https://marcofincato.com/renew

Quando guariremo le nostre ferite, non saremo più vittime. Saremo protagonisti della nostra vita.

Potremo amare e ricevere amore senza paura.

Potremo vivere una vita piena e luminosa.

E tu che aspetti?

Amore e Luce a te.

Marco Fincato