Scusa il disturbo.
Con questa frase ho sempre iniziato una telefonata o esordito entrando in una stanza.
È educazione, è rispetto..è far spazio all’altro, accoglienza, empatia. È quello che mi hanno spiegato essere giusto e me l’hanno insegnato così bene che per tutta la vita non ho mai nemmeno osato immaginare che potesse essere una verità parziale.
Si, parziale perché mancante di una parte fondamentale: ME.
Il rispetto nei miei confronti non era mai contemplato negli insegnamenti: tutto ruotava intorno al fare spazio all’altro; perfino al parco giochi dovevo essere sempre disposto a dare i miei giochi a chiunque li chiedesse e per riaverli indietro..lasciamo stare..ma quando volevo giocare io con i loro o andare io in altalena? “C’è il bimbo prima di te”, ” Scendi che tocca al bimbo”, “I giochi sono i suoi e decide lui”.
MA PERCHÉ I MIEI GIOCHI ERANO DI TUTTI???
Oltre ad avere imparato valori come generosità, altruismo e rispetto, avevo involontariamente appreso che gli altri erano più importanti di me.
Avevo imparato che rinunciare a sé era un valore cui aspirare perché amare gli altri escludeva l’amare me stesso e credevo che sacrificarmi equivalesse ad amare di più.
Oggi ho capito che dimenticandomi di me, non mi resta nulla da dare agli altri e che sacrificio e privazioni impoveriscono anziché portare felicità.
Oggi ho imparato che egoismo e amor proprio sono due concetti opposti che dipendono da punti di vista diversi. Oggi scelgo l’amor proprio e scelgo di meritare l’abbondanza e la pienezza di cui l’universo è colmo.
Oggi ho deciso che vivere nell’abbondanza non mi farà in alcun modo perdere l’umiltà, la sensibilità, l’empatia, l’educazione e i tantissimi valori che mi hanno caratterizzato fino ad oggi.
Oggi ho deciso che il mio amor proprio sarà la base di una vita felice e sarà luce per i miei cari e per chiunque ne abbia bisogno.
“Sei una persona importante e meriti molto: se non sei il primo ad amarti, chi può farlo al posto tuo?
Sei un essere meraviglioso e sei il primo a dovertelo ricordare <3″
Amore e luce.
– Marco Fincato –
Fino qualche giorno fa quando telefonavo a qualcuno esordivo con “Ciao, ti disturbo?”. Poi ho capito che soprattutto in caso di persone con cui i contatti sono quasi quotidiani la mia telefonata sarebbe stata mentalmente associata al “disturbo”. Per cui adesso non lo dico piu’, e l’ho sostituito con “Hai tempo per me?” o analoghi. 🙂
Grazie, ottima idea..la prossima fase potrebbe anche essere “Tutti hanno piacere a sentirmi e mi dedicano tempo volentieri anche senza chiederglielo” :)))))